Milano, 7 novembre 2024 - Questa mattina la Presidente dell'ANIA, Maria Bianca Farina, è intervenuta durante l'Insurance Summit 2024 del Sole 24 Ore, dal titolo "Il futuro delle assicurazioni tra nuovi scenari finanziari e gestione dei grandi rischi”.
Di seguito la sua relazione, disponibile anche in formato pdf.
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Buongiorno a tutti,
ringrazio gli organizzatori per l’invito a partecipare a questa nuova edizione dell’Insurance Summit, un appuntamento di grande rilevanza per discutere gli sviluppi recenti e futuri dell’assicurazione italiana.
Nel mio intervento vorrei brevemente commentare alcuni recenti trend di mercato, per poi soffermarmi, altrettanto rapidamente, su alcuni temi di attualità, importanti per le prospettive del settore.
Innanzitutto, un aggiornamento sull’andamento del mercato.
Per quanto riguarda l’assicurazione vita, nei primi nove mesi del 2024 si è registrato un volume di nuovi premi pari a 64,4 miliardi, in crescita del 20,7% rispetto all’analogo periodo del 2023, quando la raccolta premi registrava invece una contrazione annua del 3,7%.
Un aspetto da sottolineare è in settembre si è registrato – come già accaduto in agosto – un valore positivo del flusso netto sia di ramo I sia di ramo III. Anche se, complessivamente, da inizio anno si registra ancora una raccolta netta negativa, possiamo affermare che le più forti turbolenze sono superate e che il 2024 rappresenta un anno di ritorno del settore vita su un percorso di stabilità e di crescita.
Per quanto riguarda l’assicurazione danni, alla fine di giugno i premi totali del portafoglio diretto italiano erano pari a 20,2 miliardi, in aumento del 7,4% rispetto alla fine del 1° semestre del 2023. Hanno contribuito all’aumento tutti i rami assicurativi, riflettendo una crescente consapevolezza dei rischi da parte di famiglie e imprese, il che fa sperare che – gradualmente – si riesca a ridurre l’ancora ampio protection gap che caratterizza il nostro Paese.
È confermato il ruolo di primari investitori istituzionali svolto dalle compagnie assicuratrici italiane; gli investimenti, calcolati a valore corrente alla fine del mese di giugno 2024, sono stati pari a 965 miliardi.
Per quanto riguarda gli indicatori patrimoniali, il settore assicurativo italiano registra - alla fine del primo semestre 2024 - un livello del Solvency ratio di assoluta sicurezza, pari al 2,54, valore in linea con la media europea.
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Vengo ora ad alcuni aspetti di particolare rilevanza per il settore assicurativo italiano.
In primo luogo, gli impatti della Manovra di bilancio, su cui abbiamo svolto proprio ieri un’Audizione presso le Commissioni congiunte del Senato e della Camera, a cui rimando per un’analisi dettagliata del punto di vista della nostra industria.
Certo, ci rendiamo conto della complessa situazione finanziaria del nostro Paese e delle difficoltà nel far quadrare i conti, anche per il difficile rientro nel nuovo sistema di regole europee, e apprezziamo che le misure si concentrino sul sostegno ai redditi medio-bassi dei lavoratori dipendenti, rendendo strutturali gli effetti del taglio del cuneo e l’accorpamento delle aliquote IRPEF già in vigore nell’anno in corso.
Accanto a queste misure, non possiamo però non osservare che il disegno di legge di bilancio 2025 prevede un intervento di revisione complessiva e di limitazione delle detrazioni IRPEF. Tra queste detrazioni rientrano anche quelle destinate ai contraenti di polizze assicurative per caso morte, invalidità permanente, long term care, oltre alla detrazione concessa per le polizze contro il rischio di eventi calamitosi sulle abitazioni.
Questo giro di vite sugli incentivi – peraltro già modesti – non è giustificato dato che colpisce sia le coperture degli individui con finalità previdenziali e/o assistenziali, in presenza di un sistema di welfare che avrebbe invece bisogno di essere rafforzato, sia gli incentivi per la protezione del patrimonio abitativo, sempre più vulnerabile a causa degli eventi climatici estremi, come tristemente confermato da episodi recentissimi.
Per venire poi alle misure che più direttamente impattano sul settore assicurativo, parto dalla considerazione che l’industria assicurativa ha sempre rappresentato un pilastro di stabilità e supporto per il Paese, sostenendo cittadini e imprese nei momenti di difficoltà e contribuendo a rendere realizzabili le decisioni di politica economica con impegno e responsabilità. Di conseguenza, si fa davvero fatica a comprendere perché il nostro sia stato il settore maggiormente impattato dal ddl di bilancio.
Innanzitutto, dalle previsioni dell’art. 3, che si applicano anche al settore assicurativo, sia pure con un impatto economico limitato.
In aggiunta, la manovra prevede, all’articolo 11, interventi pesanti a carico esclusivo del comparto assicurativo. In particolare, si interviene sulle modalità di versamento dell’imposta di bollo sulle comunicazioni periodiche alla clientela emesse dalle imprese di assicurazioni relativamente alle polizze sulla vita dei rami III e V. Si tratta di una misura che – a differenza di altre contenute nel ddl – ha, per una componente significativa, carattere permanente.
Nelle interlocuzioni con il Governo, abbiamo chiesto che la misura abbia davvero un carattere “temporaneo”, limitandosi all’anticipo di quanto dovuto dagli assicurati al fisco per gli anni trascorsi dei contratti attualmente in vigore.
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Secondo tema di grande rilevanza è, ovviamente, l’introduzione dell’obbligo, a carico delle imprese, di assicurarsi contro i rischi di calamità naturale.
La norma è particolarmente importante perché ci avvicina alle best practice riscontrabili a livello internazionale e, soprattutto, perché riduce il gap di protezione delle nostre aziende.
Sul relativo Decreto attuativo - che tratta la definizione degli eventi calamitosi coperti, la capacità di assunzione del rischio delle compagnie, le condizioni di polizza, il ruolo di SACE come riassicuratore di sistema, le tempistiche di adeguamento dei testi di polizza e della proposta tariffaria -abbiamo ha avuto un confronto approfondito con il Governo, le Autorità e la SACE, con il comune obiettivo di assicurare un sistema efficace ed efficiente a protezione delle imprese di tutte le dimensioni.
In vista dell'entrata in vigore dell'obbligo, il settore assicurativo sta ultimando le attività preparatorie, come lo sviluppo di nuovi prodotti specifici per le imprese, la valutazione di offerte modulari estendibili anche a eventi meteo non inclusi nell'obbligo, la costituzione di un pool riassicurativo che garantisca la stabilità del sistema.
È evidente che, a meno di due mesi dall’entrata in vigore dell’obbligo assicurativo, l’emanazione immediata del Decreto attuativo risulta assolutamente imprescindibile. Senza questo passaggio fondamentale, realizzare gli obiettivi della norma nei tempi originariamente previsti sarà impossibile. Dopo i recenti e tragici eventi in Emilia-Romagna e, più di recente, il disastro dell’alluvione di Valencia – riguardo al quale esprimo a nome del settore assicurativo il più sentito cordoglio alle famiglie delle vittime – sarebbe senz’altro un segnale molto negativo procedere con ulteriori ritardi.
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Infine, uno rapidissimo sguardo al futuro.
I nuovi bisogni di protezione della società sono determinati dall’allungamento della vita umana, ma anche dalla necessità di sviluppare coperture essenziali per la qualità della vita delle comunità e per la competitività del tessuto produttivo e agricolo. Questi mutamenti richiedono alle compagnie una rafforzata capacità di innovazione, per assicurare rischi sempre più complessi e adattare l’offerta dei prodotti alle nuove esigenze, anche aumentando la complementarità con i servizi offerti dal pubblico.
Le compagnie assicurative potranno sviluppare nuovi ecosistemi, come ad esempio quello della salute, ma anche della casa e della mobilità. Si pensi ai processi di assistenza sanitaria; al monitoraggio preventivo dei territori alla luce della crisi climatica. Si pensi, anche, alla trasformazione dei servizi di mobilità dove sistemi di sharing di auto, moto e bici affiancano e spesso sostituiscono l’acquisto del mezzo di trasporto, con evidenti ricadute sulle dinamiche assicurative.
La tecnologia è il principale fattore abilitante per creare gli ecosistemi, riprogettare il business e migliorare la qualità dell’offerta. Una recente indagine internazionale dell’Associazione di Ginevra , svolta su un campione di 21 grandi compagnie di assicurazione, ha evidenziato che oltre l’80% di esse è già protagonista di ecosistemi digitali in partnership con altri operatori e oltre il 60% sta sviluppando una propria piattaforma.
Le nuove tecnologie, dunque, di fronte ai nuovi orizzonti del rischio, rappresentano un potente strumento per migliorare la protezione di cittadini e imprese, ridurre la sottoassicurazione e garantire stabilità allo sviluppo del Paese".